Home News Attualità Muscoli artificiali, una ricercatrice calabrese oltre i limiti della scienza

Muscoli artificiali, una ricercatrice calabrese oltre i limiti della scienza

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Caterina Lamuta conquista gli Stati Uniti con i suoi studi sull’applicazione della fibra di carbonio al campo dei materiali intelligenti

Caterina Lamuta conquista gli Stati Uniti con i suoi studi sull’applicazione della fibra di carbonio al campo dei materiali intelligenti

C’è anche una calabrese nel team di ricerca statunitense che ha sviluppato uno speciale muscolo artificiale 18 volte più potente di uno naturale. Si chiama Caterina Lamuta, è nata 29 anni fa a Terranova di Sibari, e dall’Unical, e dopo la laurea e un dottorato al Dimeg, il Dipartimento di ingegneria meccanica, energetica e gestionale, ha deciso di partire alla volta degli Stati Uniti ed è approdata all’Università dell’Illinois. Lì, insieme ad altri due ricercatori, Sameh Tawfick e Simon Messelot, ha condotto uno studio nel campo dell’articial muscle che nel giro di pochi giorni ha attirato l’attenzione di tutto il mondo. “Appena pubblicammo il nostro articolo – racconta la ricercatrice in un’intervista rilasciata al Corriere della Calabria – il sito dell’università si bloccò per i troppi accessi. Mentre il video su Youtube, in cui spieghiamo il funzionamento del muscolo, raggiunse in poco tempo circa 30mila visualizzazioni”. La novità della loro ricerca sta nell’adozione di un sistema molto più semplice rispetto a quelli finora utilizzati, che consiste nell’aggiungere una fibra di carbonio a un silicone. La fibra di carbonio, un materiale resistente e flessibile oltre che un ottimo conduttore, è stata resa così ancora più flessibile grazie alla presenza della gomma siliconica. Dopo aver cambiato i materiali conservando però la forma ad elica, “per far muovere il nostro muscolo – spiega Caterina – abbiamo applicato una lieve corrente elettrica all’estremità. Il silicone si riscalda e spinge verso l’esterno le fibre di carbonio, facendo espandere il diametro del muscolo, accorciandone la lunghezza”. Attualmente la giovane ricercatrice calabrese sta lavorando  con i suoi colleghi alla messa a punto di un brevetto per poter utilizzare la loro scoperta nel settore biomedico e nella robotica. Il campo di applicazione di questi muscoli artificiali leggeri è infatti molto ampio e a basso costo. E mentre continuerà a lavorare su questa ricerca e sui materiali intelligenti, sarà anche assistant professor presso il Department of Mechanical and Industrial Engineering dell’Università di Iowa. Insomma Caterina Lamuta è un vero e proprio talento calabrese emigrato all’estero, ma che comunque non manca di ricordare chi le ha permesso di giungere negli Stati Uniti, in particolare il professore Leonardo Pagnotta dell’Unical che l’accompagnata nel corso del suo dottorato di ricerca.

Fonte: Corriere della Calabria