Il Consorzio del Cedro di Calabria e la coltura del cedro

Il Consorzio del Cedro di Calabria nasce per promuovere la coltura del Cedro, i prodotti a base di questo agrume, e più in generale la cultura ad esso legato ed il territorio in cui insiste. Costituito sotto forma di Società Consortile a Responsabilità Limitata nel 2000, ha successivamente acquisito le competenze necessarie per operare come consorzio con attività di consulenza esterna. A partire dall’ 8/01/2006, con l’approvazione del nuovo statuto, il Consorzio è diventato un organismo di diritto regionale e, pertanto si richiama ed aderisce alla legge Regionale n.23 del 13 Ottobre 2004 ed alle eventuali successive modifiche ed integrazioni.
Il Consorzio è nato grazie all’entusiasmo di imprenditori agricoli, trasformatori e commercianti del cedro spinti dal voler migliorare le proprie aziende in un’ottica più ampia di valorizzazione del territorio.

Elemento essenziale ed innovatore delle politiche del Consorzio è l’adesione ad esso dei cedricoltori dell’area della Riviera, con l’obiettivo di promuovere in maniera integrata tutte le risorse dell’area e nello stesso tempo sostenere lo sviluppo commerciale della filiera produttiva.
La partecipazione degli operatori locali nasce dalla consapevolezza di avere in questo territorio come bene e ricchezza, un prodotto “unico”, e il solo modo per valorizzare il territorio e svilupparne la sua economia è imporre che l’intero processo di filiera avvenga “in loco”.

È fondamentale ricordare, a tale proposito, che il Cedro di cui parliamo è una specie che appartiene al gruppo organolettico naturale detto Cedro Acido, ed in particolare, il cedro che si produce nel territorio della “Riviera dei Cedri” è la cosiddetta Liscia Diamante di Santa Maria del Cedro, anche conosciuta come Italiana o Calabrese. Tale cultivar è la più diffusa ed anche la più ricercata, sia in Italia che all’Estero, dall’industria agroalimentare. In particolare, proprio l’area della Riviera risulta essere, in assoluto, il primo se non, addirittura, l’unico sito che produce questa particolare cultivar, così preziosa e interessante.

Ovviamente, la qualità eccezionalmente pregiata prodotta dalle cedriere della Riviera è dovuta a diversi fattori: certamente alla cura dei cedricoltori, uomini e donne che da generazioni si tramandano l’amore per questa faticosissima coltura, bisognosa di una cura costante, particolarmente delicata. Grazie alla loro attenzione otteniamo, infatti, cedri eccezionalmente pregevoli.

Ovviamente, a esaltare gli sforzi dei cedricoltori vi è anche una terra, quella di questa fascia del Tirreno Cosentino, particolarmente fortunata per un clima mite, adatto a questa coltura, ricca di un sole invidiabile che fa crescere i più bei cedri. Ed è da questa armonia, oggi così rara, fatta di uomo e di natura, del suo lavoro e del clima mite, che nasce il buon Cedro di Calabria.

L’economia della “Riviera dei Cedri”, è stata per molti anni legata alla produzione del cedro tanto da attribuirgli l’appellativo di “Oro Verde di Calabria”. Escludendo la produzione di questo frutto destinata alle comunità ebraiche sparse per il mondo, dove la varietà “Cedro Etrog” è utilizzato come elemento simbolico/religioso, già a partire dalla metà del XIX secolo, la cedricoltura ha raggiunto la massima espansione negli anni trenta, con una superficie coltivata di 400 ettari ed una produzione di 85.000 quintali.
Da allora, fino all’inizio degli anni novanta si è registrato un calo progressivo, successivamente è iniziata una risalita grazie anche all’opera del Consorzio, facendo riscoprire sia la coltura del cedro, sia il suo ruolo nell’economia del territorio: dalla sua lavorazione si ricavano liquori dolci e sciroppi, marmellate, viene impiegato nell’industria dolciaria come candito, ma può trovare anche utilizzo nell’ambito medico, fitofarmaceutico e fitocosmetico.

Il Consorzio rappresenta il momento di ripresa di coscienza ampia e decisa rispetto alle tante capacità e risorse di questa terra, alle sue vocazioni: creare sinergie e spazi di dialogo con le classi politiche per superare nuovi orizzonti, impegnarsi nel far mutare, gradualmente, la mentalità imprenditoriale, facendo superare l’asfittica dipendenza assistenzialistica dallo Stato, il coraggio e la capacità d’investire e credere nei giovani, nelle loro professionalità.

Attualmente la sede del Consorzio è collocata all’interno del “Carcere dell’Impresa”, costruzione medievale restaurata e diventata “Centro Polivalente per la Coltura e la Cultura del Cedro”, affidata al Consorzio dal Comune di S. Maria del Cedro.