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Tommaso Campanella

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Tommaso Campanella, personaggi Calabresi

Tommaso Campanella: biografia

Nasce il 5 settembre 1568 a Stignano (all’epoca era in provincia di Reggio Calabria).

Tommaso Campanella figlio di un calzolaio povero ed illetterato, prende gli Ordini Domenicani non ancora quindicenne, con il nome di Fra’Tommaso.

Seguace dell’empirista Bernardino Telesio, che gli insegna che la conoscenza è sensazione, Campanella scrive la sua prima opera, Philosophia sensibus demonstrata (Filosofia dimostrata dai sensi), pubblicata nel 1592, difendendo proprio il suo maestro Telesio.
Le concezioni non ortodosse di Campanella – specialmente contro con l’autorità di Aristotele – lo mettono subito in contrasto con la Chiesa. Nel 1592 subisce un processo da parte del suo stesso ordine e tra il 1594 e il 1595 viene inquisito e torturato a Padova e Roma. Il processo dell’Inquisizione si conclude con l’abiura e la condanna per sospetto di eresia.

Dopo la sua liberazione, Campanella torna in Calabria e si fa portatore di una cospirazione contro il potere spagnolo.  Lo scopo di Campanella era quello di formare una società basata sulla comunità dei beni e delle mogli (in somiglianza allo stato ideale di Platone), poiché, sulle basi delle profezie di Gioacchino da Fiore e sulle sue osservazioni astronomiche, una catastrofe avrebbe rinnovato il mondo nell’anno 1600.

Tradito da due compagni cospiratori, viene catturato a Napoli e condannato all’ergastolo. Trascorre 27 anni in prigione a Napoli e durante la prigionia scrive le sue opere più importanti: La Monarchia di Spagna (1600), Atheismus triumphatus (1605-1607), Metaphysica (1609-1623), e la sua opera più famosa, La città del sole (1623). Interviene anche nel primo processo contro Galileo Galilei con la sua coraggiosa Apologia di Galileo (1616).
Campanella viene infine scarcerato nel 1626 grazie a Papa Urbano VIII, di cui diventa consigliere per le questioni astrologiche.

Trascorre l’ultima parte della sua vita in Francia, protetto dal Cardinale Richelieu e finanziato dal re. Muore a Parigi il 21 maggio 1639. Il suo ultimo lavoro è un poema che celebra la nascita del futuro re Luigi XIV.